Quel Vento del 25 Aprile

26 Apr

vento del venticinqueUn importante pomeriggio del 25 aprile trascorso nella piazza di Montevarchi dove, un bel gruppetto di resistenti renitenti e indefinibili nella loro indistinzione, si sono incontrati nell’intrigante cornice di Ethic Street. Parole che volavano e svegliavano, immagini che provocavano e anche visioni oniriche raccontate nella loro incontenibile e libertaria autonomia. C’era Massimo Filippi che ha presentato il suo “Sento Dunque Sogno”. Ha descritto uno scritto che decostruisce, che manda all’aria il dominio della classificazione, proprio quella che definisce e produce realtà. Ma lo ha fatto, come suo solito, imbastendo le caotiche opportunità dell’Altrove, quelle che superano il sentirci individui per riconoscerci in flussi di relazioni senza padroni. Un aperitivo di energetica rivolta da bere tutto d’un fiato brindando all’immediatezza di un sentire politico che si disfa delle vecchie parole e delle vecchie grammatiche per ricominciare a sperimentare, per aprire varchi, per dis/fare mondi.

Ma c’era anche Emilio Maggio, attento conoscitore del mondo cinematografico, che è in grado di cogliere gli aspetti più importanti come quelli più sottili che questo mondo produce nel nostro immaginario in relazione alla questione animale. Il cinema come produttore di senso e di nessi, un cinema che ancora non può contare su produzioni realmente orientate alla Liberazione Animale, se non, paradossalmente, solo in alcuni casi isolati che, casualmente, si avvicinano a queste istanze.

Un po’ ciò che accade per molti dei monumenti che abbiamo mostrato presentando il nostro libello “Musi di Pietra” (il posto degli animali dei monumenti), il cui richiamo alla Liberazione risulta potente e inevitabile solo ribaltando il classico punto di vista, solo scuotendo con forza le vecchie certezze antropocentriche.

C’era vento e freddo quel pomeriggio del 25 aprile, ma ad un certo punto, complici gli interventi e le domande di Lorenzo e Camilla di Restiamo Animali che hanno condotto l’incontro, pareva un vento che scompigliava certezze, che scaldava i cuori, che dava l’ardire di sussurrarci a vicenda proprio quei codici di Liberazione che in tanti stiamo aspettando. Proprio come in un sogno.

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